NAPOLEONE BOTTEGAIO
Lento stratega
nell'assorto affettare
e alla bilancia tetro,
Caronte circonfuso
di provole e giuncate,
poi muto annotavi
sul mio quaderno
a credito,lentissimo,
ed io fremevo
sognando di scappare
quando di strada in strada
saltavo a perdifiato,
di stagione in stagione
come in fuga.
Che sentenze annotavi Napuglio'?
Nume meticoloso
nell'eterna penombra
che mai varco'
polline di primavera
o grandine d'inverno,
che mai varco'
il recinto dei tuoi prosciutti,
il tanfo sacro dei tuoi formaggi.
Monaco stagionato
nella clausura
di tonni e soresine:
capelli a spazzola,
un cece di lato
al grugno scontento;
ti ritrovo lo stesso,
taciturno un sorriso
a malapena tra i denti.
E risento silenzi
odorosi di muffe,
di "librette", di inverni,
di "resti" sbagliati
e lacrime sottovoce.
Napuglio', io fuggivo
per scampare alla guerra
inutilmente, come te
fermo per sempre
dietro la vetrina.
( da "Altridinoi, ritratti poetici a due mani con G.Latini-ed.Aletti 1999)
Di Luigi Massimo Bruno

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