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Sul sito dell’antica chiesa dello Spirito Santo

 

di Alessio Palumbo

 

 

 

        Da tempo l’associazione Arataion.it sta cercando di individuare l’esatto sito dell’antica chiesa dello Spirito Santo, edificata fuori dalle mura di Aradeo nel 1677 (per un approfondimento si veda http://arataion.it/storia/302-l-antica-chiesa-dello-spirito-santo-di-g-marchese).

       La sua collocazione nei pressi dell’attuale piazza San Nicola e la sua distruzione a fine Ottocento per la costruzione della via di Cutrofiano sono cose oramai note; tuttavia due documenti conservati nell’Archivio di Stato di Lecce ci consentono finalmente di dire quando sia stata effettivamente demolita e dove sorgesse con precisione. Il primo atto è del 30 dicembre 1896 e lo scrive Francesco Grassi al Presidente della Giunta Provinciale Amministrativa. Tra le altre cose vi si legge:

 

“Il sottoscritto Grassi Francesco fu Pasquale trovasi possedere in questo abitato di Aradeo al largo Piazza, a titolo di proprietà un casamento contiguo alla Cappella dello Spirito Santo già demolita. La demolizione di tale cappella oltre di aver cagionato un indebolimento al suddetto casamento, ha permesso pure che per mancanza di riparo […] sia inabitabile per la grande umidità manifestatasi. Nel tempo della arbitraria demolizione della cappella (dichiarata così dal Consiglio di Prefettura in sede di Conto) l’esponente fece atto protestativo al sindaco del tempo per i possibili danni, in data 9 maggio 1893”

 

      Da queste poche frasi si capisce che la chiesa era addossata alla casa di Francesco Grassi in piazza e che la demolizione era avvenuta nei primi mesi del 1893. Tra le righe apprendiamo inoltre, cosa assolutamente non nuova per la storia del nostro paese se si pensa ad esempio al caso della vecchia chiesa madre, che l’abbattimento era stato un atto arbitrario dell’amministrazione, contrario alla stessa volontà delle autorità provinciali. La lettera di Grassi prosegue con la notifica alla Giunta Provinciale della richiesta di alcuni metri di suolo prospicienti il casamento per rinforzare il muro danneggiato dall’abbattimento. Questo pezzo di terreno era stato, circa un mese prima, oggetto di una perizia, dalla quale, grazie ad una piccola planimetria acclusa, riusciamo finalmente a capire con certezza il sito del tempietto. Riporto le parole, dall’incerto italiano, del tecnico Nicola Longo:

 

A richiesta dell’Amministrazione comunale di Aradeo ho ricevuto incarico di retigere analoca perizia d’un pezzo di suolo da concetersi mediante pacamento del rispettivo importo al signor d. Francesco Grassi per recolarizare e rinforsare la sua casa in abitato di Aradeo menomata mediante la demolizione […] della Cappella Spirito Santo allo scopo di dare imboccatura alla nuova strada in costruzione Aradeo-Cutrofiano. Recatomi sul luogo osservo: primo che mediante la demolizione la casa del signor Grassi è rimasta isolata dalla parte di Nord in cui esisteva la detta cappella inconsciamente diroccata.

 

      A fronte del danno arrecato l’Amministrazione vende quindi a Grassi una striscia di terra lunga quanto la facciata danneggiata (12 metri e 40 cm) e profonda 50 cm. Di seguito la planimetria esplicativa con in rosso la fascia di terreno richiesta e concessa:

 

 

 

      I vari indizi da un lato provano dunque che la chiesetta, per alcuni anni luogo di sepoltura per gli infanti, era addossata alle prime due arcate di palazzo Grassi (in pratica quelle accanto all’attuale tabaccheria De Blasi in piazza San Nicola), dall’altro ci portano a fare un piccolo errata corrige su una delle foto più antiche relative ad Aradeo:

 

 

 

      In questa immagine del 1912, gli edifici in primo piano sulla sinistra, inizialmente indicati sul sito internet di Arataion come la vecchia chiesetta dello Spirito Santo con annessa locanda, non possono essere ricondotti a tale luogo di culto, vista la demolizione dello stesso nel 1893 e soprattutto la sua diversa collocazione. È molto più probabile che si tratti di corpi di fabbrica della masseria Gallo, appartenuta ai D’Acugna e poi ai Mongiò, anche questa sparita nella fase di espansione urbanistica di Aradeo avviatasi a metà Ottocento.