
Luigi Caggia, infermiere prima presso il dottore Martina e poi presso il dottore Guido, persona attenta e scrupolosa nello svolgere il suo lavoro, si recava giornalmente, presso il domicilio dei pazienti che avevano bisogno di iniezioni, di flebo, di medicazioni e quant'altro, sempre in sella alla sua bici.

Scritto di suo pugno questo bigliettino in cui era avvolta questa pietra, che serviva ad affilare gli aghi che usava per le iniezioni, in modo da alleviare il dolore, dei pazienti.
"Questa pietra molava il rasoio di mio padre del 1910, poi quando io cominciai a fare le punture endovenose dal 1950 al 1985, io molavo gli aghi delle siringhe, per non far sentire molto dolore e questa piccola pietra l'avevo ridotta in questo modo". Infatti la pietra porta i solchi degli aghi strofinati su di essa.